Eccoci qui con la seconda parte dell’intervista al nostro Mauro Vivenzi, che nel frattempo ha iniziato alla grande l’attività nella massima serie calcando fin da subito due importanti stadi come San Siro e l’Olimpico. Ed ora dopo la pausa del campionato che ha lasciato spazio alla nazionale, potremo ricominciare a seguire Mauro…ma ora torniamo all’intervista….
QUANTE VOLTE E COME TI ALLENI ALLA SETTIMANA?
- Di solito mi alleno 3 volte a settimana + una seduta di scarico il giorno dopo la gara. Generalmente una seduta è di lavoro aerobico, una di velocità ed una di rapidità. Il campo di allenamento è a Castenedolo, l’orario è infelice (12:30) ma colgo l’occasione per ricordare che è aperto a tutti.
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HAI UN ARBITRO DEL PRESENTE O DEL PASSATO CUI TI ISPIRI E CHE PRENDI A MODELLO?
- Molti davvero, ma quando arbitravo non ne seguivo nessuno in particolare anche se ho sempre cercato di prendere esempio da tutti. Non sono mai riuscito ad emularli, infatti ora faccio l’assistente! A parte gli scherzi, è giusto guardare i grandi arbitri internazionali, ma bisogna essere sempre se stessi, non si possono imitare i comportamenti o gli atteggiamenti violentando il proprio modo di essere, prima o poi arriva il momento di dimostrare chi sei tu, non chi sei bravo ad emulare.
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I RAGAZZI DI BRESCIA POSSONO PRENDERE TE COME MODELLO?
- Non so, io dico solo che dietro la vetrina della Serie A c’è il lavoro sporco, quello fatto di allenamenti sotto l’acqua o la neve, ci sono le trasferte in macchina a 700 km da casa, ci sono le serate passate a studiare il regolamento, le partite arbitrate con la febbre (esempio da non seguire…), i comportamenti da arbitro nella vita di tutti i giorni, le rinunce alle feste perché il giorno dopo c’è la partita… e tante altre cose ancora. Sono cose che faccio e che ho sempre fatto con passione, se pesano non sono un modello da seguire.
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PERCHÉ’, DA ANNI, NON VI SONO ARBITRI EFFETTIVI DI BRESCIA NELLA MASSIMA SERIE?
- Questa si che è una bella domanda… qualcuno potrebbe dire che non siamo raccomandati, che non siamo nelle grazie di qualcuno, che non siamo considerati… poi a furia di sentire certe cose poi ci si crede. Secondo me bisogna concentrarsi di più sull’obiettivo e pensare di meno a tutto il contorno, non ci si può far distrarre dalle voci, bisogna andare dritti per la propria strada, fare in modo di non avere rimpianti sapendo di avere dato tutto.
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FREQUENTI LA SEZIONE? PERCHÉ’?
- Purtroppo non la frequento quanto vorrei, tra lavoro, famiglia ed arbitraggio il tempo che mi rimane è veramente poco. Cerco di andarci il più possibile, e ogni volta cerco di imparare qualcosa, anche dal ragazzo dell’ultimo corso. Magari mi racconta di come ha risolto un episodio della sua partita di Giovanissimi che può aiutare me nella mia prossima gara. Cerco sempre di “rubare” consigli e soluzioni da chiunque, ed è un grande piacere sapere di poter portare in sezione la mia esperienza, di trasferire quello che ci viene detto ai raduni di Coverciano. La sezione è fondamentale, ci si incontra, ci si confronta, si cresce e si fa squadra.
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HAI MAI PENSATO A COME SAREBBE STATA LA TUA VITE SE NON AVESSI DECISO DI FARE L’ARBITRO? ORA CHE VITA VIVRESTI?
- A dir la verità non ci ho mai pensato, non ho mai guardato al mio futuro senza l’arbitraggio, quando cominci ti accorgi subito che è un’attività che ti fa maturare in fretta, se sei disposto a farlo. A 17 anni ho scoperto un mondo incredibile che mi ha formato il carattere e mi ha fatto vivere in un ambiente sano, pulito e sereno.
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COME SPIEGHERESTI IL RUOLO DI ARBITRO AD UN BAMBINO DI 6 ANNI?
- Tra poco dovrò spiegarlo ai miei figli… gli direi che quel signore che corre come un pazzo con il fischietto e che viene sistematicamente circondato da tutti, avrebbe fatto meglio se fosse stato a casa a guardarla dalla tele la partita! Aldilà delle battute, credo che paragonerei l’arbitro a quella persona che vuole far si che tutti quelli che giocano si divertano e non si facciano male!
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L’ARBITRO AL GIORNO D’OGGI E’ ANCORA UNA FIGURA EDUCATIVA DI RIFERIMENTO? DOPO GLI SCANDALI CHE CI SONO STATI PENSI SI SIA ROTTO QUALCOSA NELL’IMMAGINARIO COLLETTIVO PER LA FIGURA DELL’ARBITRO?
- Credo che al giorno d’oggi si senta sempre di più il bisogno di figure di riferimento, e l’arbitro è ancora una di queste, te ne accorgi quando parli con chi non ci frequenta, ha sempre mille domande, mille curiosità, e spesso si percepisce la stima che prova nei confronti della nostra categoria.
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COSA PENSI DELLE LIMITAZIONI DELLE DICHIARAZIONI PUBBLICHE E SUI SOCIAL IMPOSTE AGLI ARBITRI?
- Penso che c’è un regolamento che parla chiaro, fatto soprattutto per tutelarci. In un mondo dominato dai social, dove se scrivi qualcosa immediatamente la può leggere chiunque abbia un computer, una “limitazione” di questo tipo credo sia necessaria, in un momento di leggerezza si possono scrivere cose che vengono lette ed interpretate come meglio si crede.
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ED ORA UNA DOMANDA DI ESTETICA E SENSO PRATICO: TI PIACE LA DIVISA? COME LA CAMBIERESTI PER OTTIMIZZARLA?
- Questa mi piace parecchio, più di quella dell’anno scorso.
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ULTIMA DOMANDA: SEI SCARAMANTICO?
- Purtroppo si. Quando arbitravo facevo sempre dare a mia moglie un bacio sul fischietto che avrei usato, quando mi dimenticavo di farlo la chiamavo dallo spogliatoio 5 minuti prima di scendere in campo e glielo facevo dare per telefono! Ora faccio la mia preghierina nel bagno dopo il riscaldamento, rigorosamente in divisa ed inginocchiato davanti al lavandino, chiedo alle persone che amavo e che non ci sono più di darmi una mano, ce n’è sempre bisogno! Sul taxi che dall’albergo ci porta allo stadio sto sempre seduto dietro il conducente, quando ci scambiamo un abbraccio prima di scendere in campo la bandierina è sotto l’ascella, e tante altre cose ancora… Si, lo so, sono pazzo!
Pazzo forse, ma sicuramente un esempio di determinazione e passione per ognuno di Noi!
Ed ora buona partita a tutti!!!
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M.P.L.
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