Abbiamo intervistato la nostra collega Giulia Borromeo, Assistente CAND, che qualche settimana fa ha avuto la possibilità di confrontarsi con colleghe straniere in una partita di Champions femminile.
MC

Ciao Giulia, recentemente sei stata scelta dall’UEFA come quarto ufficiale per Verona – Rosengård di Champions League, come hai appreso la notizia?
Squilla il cellulare, leggo il nome del mio designatore Paolo Calcagno sul display, rispondo immediatamente: “Ciao Paolo! Come va? Ti serve qualcosa?” e lui risponde: “Ciao Giulia! Come te la cavi con l’inglese?” – “Beh non riesco a tenere un discorso di filosofia orientale, ma per il resto mi faccio capire!” – “Benissimo allora pensavo di designarti come IV ufficiale per la gara di Champions League femminile Verona- Rosengard allo stadio Bentegodi,che ne dici???” – “Cosa devo dire???ovviamente sii! grazie mille!” Ero al settimo cielo, ma anche un po’ spaventata! sarei stata all’altezza della situazione? o avrei combinato qualche pasticcio?? mille pensieri mi passavano per la testa! poi ripensandoci su mi sono detta: è una bellissima opportunità ed esperienza, pensa solo a divertirti e a dare il massimo!
Come ti sei preparata e organizzata nei giorni precedenti alla gara?
Visto che era la mia prima esperienza internazionale ho cercato di prepararmi il meglio possibile: ho ripassato alla perfezione tutti i termini calcistici in inglese, onde evitare di aver problemi durante il briefing e la gara, ho guardato video di gare internazionali per capire come deve comportarsi in campo il V ufficiale, ho fatto telefonate a colleghi più esperti di me che avevano già ricoperto questo ruolo per avere qualche consiglio pratico, soprattutto su pre-gara, per quanto riguarda appello e controllo dei palloni.
Com’è stato rapportarti, linguisticamente e formalmente, con la terna della Repubblica Ceca?
La terna era composta da tre ragazze molto giovani, che fin da subito hanno cercato di mettermi a mio agio, mi hanno fatto molte domande sulla mia vita personale e sulla mia carriera arbitrale. Hanno sempre parlato in modo molto semplice e chiaro, in modo da farsi capire il più possibile. Mi sono sembrate persone molto semplici, modeste, le classiche ragazze dalla porta accanto. Non mi hanno mai fatto sentire inferiore, pur sapendo che per me era la prima esperienza come IV ufficiale. Durante il briefing sono state chiare e dettagliate, mi hanno ripetuto molte volte di stare serena e di divertirmi! Anche l’osservatrice e il delegato Uefa sono state davvero gentili, sembrava di essere proprio una squadra! Guardandole in tv ti sembrano irraggiungibili, di un altro pianeta, invece conoscendole sono persone come noi, con la stessa passione e la stessa voglia di fare.
Che differenze hai notato nella gestione della gara, da parte delle colleghe straniere, rispetto al nostro campionato?
La terna è sempre stata molto serena e concentrata, anche quando la partita sembrava essere ormai conclusa. Le maggiori differenze che ho riscontrato sono state sul fg e sul piano tecnico: nel nostro campionato si sta cercando di fluidificare sempre di più il gioco, punendo sempre di meno posizioni di fg, mentre loro in più di un’occasione hanno punito posizione di fg con il pallone che arrivata al portiere o che usciva dalle linee perimetrali. Per quanto riguarda il tecnico, ho notato che l’arbitro ha cercato di lasciare giocare molto soprattutto nei contrasti a centro campo e di applicare il vantaggio, anche se le squadre soprattutto quella italiana, non sembravano capire questo tipo gestione. E’ stato comunque molto interessante durante il colloquio con l’osservatore capire il loro punto di vista su alcune situazioni il motivo per cui hanno fatto determinate scelte, anche perché durante la gara hanno sempre parlato nella loro lingua e per me è stato impossibile capire!
Cosa ti ha lasciato questa esperienza?
Sicuramente è un’esperienza che ricorderò per sempre e che mi ha insegnato molto. Ho imparato che se ti impegni e se dai il massimo i risultati prima o poi arrivano. Che i traguardi non sono mai così lontani e che l’aia ti regala sempre nuove sorprese. La speranza è quella di poter ripetere questa esperienza, magari proprio in campo con la bandierina in mano!